Negli anni ottanta la produzione artistica di Sordini è straordinariamente ricca di opere grafiche: litografie, incisioni, disegni, collage, acquarelli.
I disegni dei reperti archeologici realizzati dal vero nei Fori Romani, sono scelti da Elio Pagliarani per illustrare la sua raccolta di poesie «Esercizi Platonici» (6) dopo essere stati in mostra nel 1984 nello spazio espositivo del Banco di Roma.
Tra le mostre personali di questi anni, particolare quella allestita nel 1988 alla Galleria San Carlo di Milano, «Cicche e Cartocci», residui di pochissima importanza ritratti con raffinata tecnica ad acquarello. La serie di disegni a collage dal titolo «Aereoplanini - traiettorie» e «Barchette», sarà in mostra nel 1998
I disegni dei reperti archeologici realizzati dal vero nei Fori Romani, sono scelti da Elio Pagliarani per illustrare la sua raccolta di poesie «Esercizi Platonici» (6) dopo essere stati in mostra nel 1984 nello spazio espositivo del Banco di Roma.
Tra le mostre personali di questi anni, particolare quella allestita nel 1988 alla Galleria San Carlo di Milano, «Cicche e Cartocci», residui di pochissima importanza ritratti con raffinata tecnica ad acquarello. La serie di disegni a collage dal titolo «Aereoplanini - traiettorie» e «Barchette», sarà in mostra nel 1998
alla Galleria Meridiana di Agrate Brianza e nella personale di opere grafiche alla Galleria Peccolo di Livorno nel 2010, accompagnata da un originale testo critico di Elisabetta Longari: «A proposito di Ettorino, iconico e ironico, nucleare, organico, patafisico, pericoloso sabotatore dell'edonismo e del conformismo in arte» (7)
Negli anni novanta la pittura di Sordini si riavvicina alla ricerca di un «segno immaginifico ad alto potenziale evocativo». (8)
Il suo campo d'indagine torna ad essere la natura; ricompaiono i profili delle colline, le fumate, le orme, le « inesauste e pulsanti epifanie». (9)
Da questo ritorno nasce il ciclo delle «Marine 900» a cui lavorerà fino ai suoi ultimi anni di vita: «superfici che presentano solo una riga d'orizzonte che divide cielo e terra, una rarefattissima campitura blu da una dilavata zona rosa» (7)
Negli anni novanta la pittura di Sordini si riavvicina alla ricerca di un «segno immaginifico ad alto potenziale evocativo». (8)
Il suo campo d'indagine torna ad essere la natura; ricompaiono i profili delle colline, le fumate, le orme, le « inesauste e pulsanti epifanie». (9)
Da questo ritorno nasce il ciclo delle «Marine 900» a cui lavorerà fino ai suoi ultimi anni di vita: «superfici che presentano solo una riga d'orizzonte che divide cielo e terra, una rarefattissima campitura blu da una dilavata zona rosa» (7)
Le tele prodotte sono numerosissime, solo apparentemente simili. Sulla ripetitività, Sordini aveva osservato anni prima: «In teoria il quadro è sempre lo stesso, solo che l'artista non può lavorare per trenta, cinquant'anni sulla medesima tela, quindi sviluppa la sua idea su un certo numero di superfici. In fondo questa ripetitività è la stessa presente
in natura: le foglie, i fili d'erba, le stelle . E' proprio perché c'è un firmamento che noi vediamo il cielo» (5)
Nel 2000 Sordini lascia definitivamente Roma e va a vivere a Cagli, in provincia di Pesaro Urbino, dove rimarrà fino alla morte. F.Abbate scrive di questo abbandono: «Sordini, vero uomo di mondo, artista che una città senza più luoghi da spendere per la fantasia, alla fine ha smesso di meritare perfino tra i suoi residenti» (10)
Nel 2000 Sordini lascia definitivamente Roma e va a vivere a Cagli, in provincia di Pesaro Urbino, dove rimarrà fino alla morte. F.Abbate scrive di questo abbandono: «Sordini, vero uomo di mondo, artista che una città senza più luoghi da spendere per la fantasia, alla fine ha smesso di meritare perfino tra i suoi residenti» (10)
Nel 2002 collabora con l’Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Perugia, realizzando, in collaborazione con A.Capaccio, un progetto dal titolo «Atlante Ragionato d’Arte Italiana» con l'obiettivo di mostrare gli aspetti più segreti della pittura italiana.
Le mostre vengono allestite nei suggestivi spazi del CERP (Centro Espositivo Rocca Paolina) accompagnate dalla pubblicazione di testi critici che offrono a Sordini l'occasione per una approfondita riflessione sulla pittura.
Nel 2003 l'iniziativa si concludecon una mostra antologica di Sordini.